Aggiornamento tecnico – Altopiano di Asiago


È stato un fine settimana impegnativo ma con molte soddisfazioni per diversi membri del Gst quello appena trascorso. Tra corsisti, istruttori e addetti alla logistica il nostro gruppo era rappresentato da ben 14 speleo, di cui 8 in veste di corsisti, per partecipare al corso di aggiornamento tecnico organizzato da OTTO Trentino Alto Adige. Gli altri partecipanti provenivano dai gruppi speleo di Bolzano, Bronzolo, Lavis e Rovereto mentre diversi istruttori sono arrivati dal vicino Veneto. Il programma è semplice: grotta e palestra di giorno, lezioni di sera. Domenica un sontuoso pranzo e dopo tutti liberi. Liberi di tornare a casa e buttarsi sul letto per riprendersi!

È venerdì, sono le 6 e suona la sveglia. Per non disturbare la mia dolce metà mi vesto al buio ancora mezzo intontito dal sonno, salto il caffè e mi butto in macchina: prima tappa alle Sarche, dove mi trovo con Monica e Stefano. Per fortuna vicino al ritrovo c’è una pasticcieria/panificio/bar già aperto quindi nell’attesa mi godo un cappuccino con brioche, subito imitato da Monica e Stefano, arrivati poco dopo.Rapido ripasso mentale dell’attrezzatura e già ci si accorge di aver lasciato sul tavolo del salotto la sacchetta d’armo. Butto rapidamente la mia attrezzatura sulla loro macchina e partiamo per il recupero, riuscendo addirittura ad essere puntuali al successivo punto di ritrovo, la nostra sede. Qui una sorpresa, ai corsisti si è aggiunto all’ultimo minuto anche Alessio. Una volta arrivati tutti ripartiamo, direzione Asiago, al Museo dell’acqua, dove siamo ospitati per il weekend. La carovana si avvia e in poco più di un’ora siamo a destinazione. Dalle mail precedenti sappiamo già se il venerdì siamo in grotta e in palestra, mancano solo da definire le squadre. Prima è d’obbligo un caffè, la moka è già pronta che ci aspetta, grazie Ornella!

Oggi so che sarò in grotta, lo zaino è già pronto, manca solo la squadra e la destinazione: Abisso Peroloch, con Stefano e Claudia (entrambi del gruppo Roner) come colleghi corsisti e Giancarlo come istruttore. Scheda d’armo, corde e via a fare sacchi: 3 sacchi, 3 corde per sacco e una corda aggiuntiva per il deviatore di inizio. Si parte!

La grotta è a circa mezz’ora di strada, ci cambiamo, sacchi in spalla e via verso l’ingresso. L’idea è di simulare un armo da corso, tocca a me partire. Armo su albero, corrimano e partenza, con Stefano che mi prepara il deviatore per portare la corda in centro al pozzo. Un po’ di sana pulizia, dove mi ritrovo fango misto a neve misto a sassi misto a ghiaia. Insomma, dove tocco c’è da pulire e dove pulisco c’è qualcosa che si stacca, una goduria… scendo cercando vari attacchi e dopo una lunga ricerca in una zona dove sono sicuro che deve esserci qualcosa trovo uno spit seminascosto. Bene, fraziono e giù, verso il prossimo frazionamento. Purtroppo appena fatto anche questo mi accorgo che la corda finisce a 2 metri dal fondo del pozzo. Un breve consulto con Giancarlo che mi segue e il primo frazionamento è magicamente scomparso, liberandomi corda che mi permette di arrivare coi piedi “per terra”. Sono arrivato in testa ad uno scivolo, qui di fare pulizia non se ne parla neanche, armo doppio e scendere. Dopo un po’ di ricerca trovo il punto dove frazionare e scendo per armare la partenza di un nuovo pozzo, in una saletta piena di detriti e di percolazione. Una volta finito l’armo finisce il mio turno, tocca a Claudia. Le passo il sacco con l’ultima corda ricevendo in cambio il suo, ovviamente pieno. L’armo è già pronto quindi Claudia si avvia, raggiunge un punto dove frazionare ma non trova armi “buoni”, gli tocca piantare uno spit, a mano. La roccia è particolarmente dura quindi le operazioni vanno a rilento. Per noi 3 è dura trovare un punto dove non ci piova addosso, non resta che aspettare. Dopo una lunga attesa ecco che lo spit è piantato e l’armo pronto, si continua. Ancora un paio di frazionamenti e arriviamo in una saletta, dove ci rifocilliamo. Da qui parte un saltino, un breve meandrino e un pozzo. Decidiamo di lasciare qui il terzo sacco, è difficile che andremo molto oltre. Tocca a Stefano iniziare a fare nodi, inizia con un bel corrimano per finire su spit e armo naturale. Mentre lui scende ad armare il meandro, con Giancarlo dietro a dare consigli, io approfitto per mangiare il panino e Claudia prova a modificare un frazionamento trasformandolo in un deviatore come suggeritole da Giancarlo. Peccato che in fase di risalita questa modifica abbia quasi peggiorato la situazione e mi sia (quasi) beccato la maniglia sui denti per un “salto di corda”…

Giancarlo vigile e Claudia in fase d'armo

Tempo un quarto d’ora e sentiamo un “liberaaa” dalle profondità del meandro. Meandrino stretto con partenza del pozzo in uscita, noi siamo magri quindi, no problem. Passiamo oltre una bella giunzione di corda e raggiungiamo gli altri, in attesa. 2 sacchi sono belli che finiti, siamo tutti anche bagnati quindi Stefano si avvia verso l’uscita, raccogliendo l’ultimo sacco lungo la strada (o bambinello, come lo chiamano loro). Giancarlo segue mentre io e Claudia ci alterniamo al disarmo e ci aiutiamo a passarci i sacchi nei punti scomodi. Poco tempo e siamo fuori anche noi, quindi alle macchine e di nuovo in sede. Man mano che arrivano i vari gruppetti ci si scambiano le opinioni, dato che chi era in grotta quel giorno sarebbe andato in palestra l’indomani e viceversa. Intanto che si aspetta la cena si mette un po’ di ordine nel materiale e ci si prepara i sacchi a pelo (purtroppo in 4 abbiamo scelto come “stanza della nanna” la sala che verrà usata la sera per i corsi, quindi veniamo invitati temporaneamente a sloggiare). Grazie al trio formato da Ornella, Dori e Irma ci gustiamo un’ottima pasta al pesto mentre facciamo 2 chiacchere e ci conosciamo (per chi , come me, conosce pochi speleo di altri gruppi). Una volta finita la cena ci trasferiamo nella sala corsi, per la prima lezione, ovvero geologia e carsismo applicata all’esplorazione e all’armo. La buona Laura ci ha risparmiato i tecnicismi di geologia ed è andata subito al sodo, tenendo un’ottima lezione. Finisce qui la prima giornata, tutti nei sacchi a pelo con la speranza di una buona notte di sonno, possibilmente senza “russatori seriali”. Purtroppo in questo non siamo stati molto fortunati…

Ore 7.30, sono quasi tutti in piedi, si sente gente che sale le scale, che parla, che sbadiglia.. insomma, bisogna alzarsi, anche se la voglia di restare nel caldo (e grazie al materassino prestato da amici anche comodo) sacco a pelo è tanta ma anche oggi abbiamo tanto da fare, quindi, in piedi! Anche Lorenza, che di solito fa fatica ad alzarsi, si alza rapidamente tanto che ci troviamo a fare colazione alle 7.50, e siamo anche gli ultimi! A nostra discolpa possiamo dire che la colazione era fissata per le 8.00, quindi eravamo pure in anticipo.

Dopo aver fatto colazione ci ritroviamo nel parcheggio, a sistemare il materiale per le grotte o la palestra. Si fanno rapidamente le macchine e partiamo verso la palestra, dove zaino in spalla (e sacco corde sulle spalle) ci avviamo. Dopo una mezz’oretta di camminata arriviamo in vista della palestra, qui però c’è una piccola discesa da fare in arrampicata attrezzata con delle staffe. Per comodità decidiamo di posizionare una corda, mi propongo io, ritrovandomi alla fine ad armare la discesa e un corrimano, sotto il severo controllo di un istruttore, ma non c’è problema!

Daniele controlla e Federico arma un bel traverso

La palestra è uno spettacolo, un cavernone enorme dove potersi sbizzarrire in risalite, traversi, calate, pendoli, paranchi e contrappesi. La giornata passa rapidamente così, mi ritrovo affiancato a Stefano (il terzo, del gruppo di Bronzolo), e con Elisa come istruttrice ripassiamo diverse manovre di autosoccorso, tutte particolarmente dolorose. La giornata volge al termine, e nel bel mezzo di un difficile (almeno per me) contrappeso finisco completamente nel pallone. Elisa è sempre lì a spiegarmi le varie manovre e riesco a scaricare Stefano a terra sano (e quasi salvo). Per concludere la giornata mi prendo un paio di vie da disarmare. Risalgo la prima, arrivo al frazionamento e appena alzo la gamba per togliere il pedale sento qualcosa uscirmi dalla tasca: la macchina fotografica! 3 metri di salto, qualche rimbalzo e una bella scivolata lungo un canalino, per fermarsi a circa una decina di metri sotto di me. Per fortuna nei dintorni c’è Claudia, disponibilissima ad andare a recuperarla. Almeno riesco a salvare le foto fatte nel weekend…

Una volta disarmato tutto ripartiamo verso le macchine, giocando al gioco speleo più vecchio di sempre, ovvero “passami il sacco”, e la sua variante “te lo rubo mentre sei distratto”.

Materiale in preparazione...

Lungo il sentiero ritroviamo Michele con Andrea, impegnati a piantare spit e fix nella roccia. Stanchi ma soddisfatti ritorniamo in sede, dove iniziamo la faticosa opera di dividere il materiale per gruppo e controllare che non manchi niente. Alla spicciolata arrivano anche tutti gli altri, e verso l’ora di cena abbiamo la gradita notizia che la lezione serale è stata spostata alla mattina successiva, con un sollievo generale. Così la cena diventa più leggera e tra un piatto di fantastici canederli in brodo e uno di wurstel e fagioli si ride, si scherza e ci si raccontano esperienze e storie di grotta. Aneddoti di corsi, racconti di incidenti e “esperienze strane” in grotta si mescolano ad assaggini di grappe e limoncini, e inizi a sognare il caldo del sacco a pelo. Alle 23 veniamo praticamente buttati fuori dalla stanza da pranzo, deve diventare “camerone del riposo”. E col pensiero di una bella serata e lo stomaco pieno ti infili nel sacco a pelo, pronto per una bella notte di sonno, questa volta senza nessuna rumorosa interruzione.

È domenica, ed oggi non ci fregano. La colazione è per le 8 e non ci alziamo prima! Anzi, nel dubbio, qualcosina dopo… una volta fatta colazione e sistemate le nostre “stanze” ci prepariamo per le ultime lezioni: materiali e loro tenuta, con Walter come docente, a seguire si alternano lezioni su programmazione delle attività e responsabilità con Michele, struttura del Cai e della Scuola Nazionale di Speleologia per Anna, dove ci sono state date precise informazioni in merito al ruolo degli istruttori, relative responsabilità e tutele assicurative.

Si arriva quindi all’ultimo pranzo (doveroso il ringraziamento e plauso alle ottime cuoche), si aiuta a pulire le ultime cose e si porta tutto il materiale in macchina. Ci sono nuovi amici da salutare, nuove esperienze da mettere nel proprio bagaglio e quella malinconia che prende un po’ tutti quando la macchina parte e si riprende la strada di casa.

Partecipanti per il GST:

  • Corsisti: Alessio, Dario, Elisabetta, Federico, Lorenza, Manuel, Monica e Stefano
  • Istruttori: Daniele, Elisa e Walter
  • “Campo base” : Dori, Irma e Ornella

Manuel Rossi

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